I limiti della mente e il potere della coscienza di sé

Cosa è la coscienza? Nessuno lo sa, ma tutti ne anno almeno una vaga idea. Uno degli aspetti della coscienza è quello di essere consapevole di esistere. Il detto cartesiano “cogito ergo sum” sta un po’ strettino alla luce delle nuove scoperte su questo aspetto della vita che è per i pensatori più geniali dei nostri tempi forse il “mistero” meno risolvibile di sempre.

Il maestro che è dentro di noi

Ho imparato con il tempo ad ampliare il campo di coscienza. Questo mi ha permesso di comprendere che nulla è impossibile se comprendi che i limiti sono solo nella mente. Ma prima di parlare di questo, cosa è la coscienza? Di preciso nessuno lo sa. Ognuno ha una sua idea di cosa sia a seconda del tipo di lavoro, o studi fatti. Sì, c’è chi per lavoro e vocazione studia e approfondisce tematiche di questo tipo, concetti astratti che al momento non fanno parte del conosciuto. Scienziati, filosofi, liberi pensatori, tutti si impegnano per dare una definizione di ciò che è alla base della vita umana chiamata coscienza. La coscienza è qualcosa che c’è, perché la percepisci nel momento in cui comprendi di esistere e valuti il tuo operato in base ad essa ma, come l’aria, non la puoi vedere, ma solo sentire dentro di te, e ne puoi parlare sommariamente e solo concettualmente.

Un primo abbozzo di definizione della coscienza

La definizione di coscienza che puoi trovare in rete, ne dà una spiegazione alquanto lineare e la affronta spiegandola in due modi diversi: la prima la vede come la facoltà immediata di avvertire, comprendere, valutare i fatti che si verificano nella sfera dell’esperienza individuale o si prospetta in un futuro più o meno vicino, che riguarda più propriamente il proprio sentire interiore individuale. La seconda, più generica, la vede sotto il profilo morale, quello determinato dal proprio agire, spesso intesa come criterio supremo della moralità: agire con coscienza o secondo coscienza; venire a patti con la propria coscienza; avere o non avere coscienza, ecc. Ma cos’è, e dove prende forma, la coscienza?

Cos’è la coscienza

Ebbene, secondo la mia esperienza e basandomi sugli studi fatti negli anni sono arrivato alla conclusione che la coscienza altro non è che la percezione del proprio Io spirituale, che si reverbera ed è tutt’uno con l’Io cosciente, quello che ci identifica e che ha un nome e cognome, per intenderci, fino ad abbracciare i livelli più superficiali delle nostre caratteristiche temperamentali dove agisce la nostra mente, giocando un ruolo importante con i limiti imposti dal corpo che ci è stato dato alla nascita. La coscienza non è una cosa a sé ma è parte integrante di noi stessi. È un po’ come guardare un iceberg dove la parte visibile è ben riconoscibile ma non è dato sapere quanto grande sia la parte sommersa, né che forma abbia, l’unica cosa che sappiamo è che c’è, altrimenti l’iceberg non si ergerebbe sull’acqua.

La percezione di appartenenza

Quando pensiamo a noi stessi, ci vediamo un po’ come isole, scollegati da tutto e da tutti, i nostri pensieri sono nostri, i corpi separati gli uni dagli altri, quindi, nessuno può leggere ciò che la nostra mente ogni secondo ci dice, né sentire ciò che sentiamo dentro di noi a livello emotivo. Per la coscienza invece non è la stessa cosa: essa comunica a vari livelli, ed è sempre in contatto con tutto ciò che c’è intorno, visibile e non visibile, comprese ovviamente le persone che sono intorno a noi. La coscienza è la vera essenza del nostro essere, la parte di noi più vera ed eterna, fatta ad immagine e somiglianza di Dio stesso. Ecco perché è così difficile da spiegare a parole. L’unica cosa che possiamo ipotizzare è che è costituita da pura energia, ma di che energia si tratti, nessuno lo sa. Essa è parte del puro spirito e la sua essenza è, appunto, coscienza. Detto questo possiamo iniziare a comprendere perché gli Yogi e i santoni in ogni parte del mondo ci dicono che noi non siamo il corpo, non siamo la mente, non siamo Mario o Fabrizio, né Maria né Anna. “Siamo”, punto. E anche il perché ci dicano che siamo tutt’uno con l’Universo e che l’Universo intero è contenuto in ognuno di noi.

La mente ha i suoi limiti

Alcuni dei principi più difficili da comprendere sono impossibili da abbracciare con la sola logica della mente, molto più semplici invece se li abbracciamo con il cuore, espressione che usiamo quando vogliamo parlare della parte più intima e profonda del nostro animo. Se affronti un problema, o un dissapore con una persona cara, spesso i più difficili da affrontare perché fonte di grande sofferenza, e lo fai utilizzando solo la parte più superficiale di te stesso, noterai che il problema è e rimane gigantesco e di difficile soluzione. La mente inizia a fare il suo lavoro per riuscire a risolverlo usando quello che sa fare meglio, e cioè il pensiero logico, ma con la logica si va poco lontano, specialmente se devi risolvere un problema che di logico, spesso ha ben poco.

I meccanismi di difesa della mente

Cosa è l’amore? L’amore è logico? Direi di no, c’è proprio poco di logico nel sentimento più importante della nostra vita. L’amore sboccia e a volte all’improvviso com’è arrivato, se ne va, come una folata di vento. Cosa c’è di logico in questo? Quindi è impensabile approcciarci con la sola logica alle più profonde esperienze della vita. Quando c’è un problema tra due persone che si amano, la mente inizia a fare il suo lavoro e cioè quello di salvaguardare l’integrità dell’individuo singolo, trovando soluzioni e scorciatoie che gli permettano di non soffrire e con lui il corpo in cui risiede. Ma così facendo, non fa altro che trovare colpe, problemi, cose non fatte, azioni mal gestite, parole pesanti dette e così via, creando sofferenza per sé stesso e gli altri. Se ci pensi bene, un rapporto non nasce dalla valutazione logica, a meno che non sia per puro interesse economico, nasce perché si provano dei sentimenti, ma quando c’è un problema è, nella maggior parte dei casi, la mente che prende il controllo, e ci fa perdere il contatto con la profondità della nostra essenza e della nostra coscienza, che ha poteri e qualità ben superiori a quelle della sola logica o dell’egoismo dell’Io individuale.

Come risolvere un problema sentimentale

Avere coscienza di noi e della nostra vita vuol dire tener sempre presente chi, e che cosa siamo, ed in base a questo, comportarci di conseguenza. Avere coscienza di sé stessi vuol dire tener sempre presente che ogni fatto della vita, anche e soprattutto quelli meno piacevoli, possono essere motivo di crescita e progressione per noi e per gli altri, e che ogni persona è degna di rispetto a prescindere da ciò che dice o fa. Se affronti il tuo problema sentimentale in questo modo, non permetterai alla tua mente di negativizzarti né manipolarti, ma sarai cosciente del fatto che ogni problema è lì per insegnare qualcosa a te e alla persona che fa parte della tua vita, e che poco importa, se e chi, ha ragione o torto, l’importante è sapere se l’amore che si prova è autentico o meno, e su quello scegliere di agire per risolvere o meno il problema. Questo è l’atteggiamento che più di tutti, permette di crescere e migliorarsi. E, soprattutto, di cambiare quello che ti fa soffrire e di ritrovare la tua serenità. Magari, portando serenità anche nella vita degli altri.

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