Il coma è da sempre un mistero. Dov’è la coscienza quando si è in quello stato, è vigile, non è presente, è in qualche altro posto? Chi è in coma è più legato alla morte o alla vita? Dove va a finire, e perché torna? Le NDE vissute durante il coma, sono come tutte le altre o ci sono differenze? In questo podcast troverai delle risposte, ti racconto la storia di un personaggio famoso che a causa di un incidente è entrato in coma profondo per diverse settimane. Quando si è risvegliata ha raccontato ciò che ha visto, cosa provava e perché sarebbe voluta rimanere lì. Alcune risposte, ma anche, molte domande.
Ben trovato ascoltatore, eccoci ad un altro incontro con il misterioso mondo delle NDE e di tutto quello che gira intorno a questo affascinante argomento. Come avrai scoperto ascoltando i vari podcast che metto a disposizione dei miei affezionati ascoltatori, la tanto temuta fine dei nostri giorni riguarda solo il nostro corpo, il mezzo, l’involucro che contiene la nostra anima e che ci permette di interagire con questa dimensione materiale. Cosa diversa dicasi per il nostro spirito immortale che, quando il momento è giunto, non fa altro che passare da questa dimensione alla successiva, a cui peraltro appartiene.
La storia di Dora Moroni
La storia che voglio raccontarti oggi riguarda una celebrità di qualche tempo fa, si tratta di Dora Moroni, diventata a suo tempo famosa come valletta del famosissimo presentatore Corrado. Dora, valletta, cantante, nonché soubrette indimenticabile di Corrado, ad un certo punto della sua carriera e vita, incontra un drammatico evento, viene sbalzata fuori dall’auto che lo stesso Corrado guidava, in un tragico incidente stradale che le causa lesioni tanto importanti da mandarla in coma profondo. Nonostante le cure dei medici il suo cuore si ferma per ben tre volte. Dora, miracolosamente, si risveglia dal coma dopo sei settimane e, piano, piano, inizia una lunghissima e faticosissima convalescenza per riuscire non solo a riprendere a muoversi, ma anche a parlare.
Intervistata e ospite più volte da testate giornalistiche e programmi televisivi, racconta della dimensione in cui si trovava quando era in coma. “Ero immersa nella luce, stavo bene” dice sorridendo, mentre racconta la sua esperienza nell’Oltre. Da quello che è emerso dalla sua testimonianza, e di altri prima di lei, sembra che il coma non porti ad una NDE piena nel senso tradizionale, ma sia una sorta di via di mezzo. Da come Dora descrive il luogo nel quale, per tutto il tempo del suo coma, ha, per così dire, soggiornato, si riscontra una somiglianza con le storie NDE, però con una sostanziale differenza. Ma andiamo per ordine.
Il racconto dell’aldilà di Dora Moroni
Il luogo che descrive è bellissimo a suo dire, ne parla con evidente nostalgia, è un luogo di pace e serenità, pieno di luce, dove si sentiva felice a proprio agio e sicura. Nessuna preoccupazione, nessun pensiero negativo, tutto era bellissimo e senza tempo, il senso di serenità era costante e rassicurante. Il paesaggio che descrive è bucolico, un paesaggio fatto di prati verdi, adornato di alberi bianchi altissimi “come cipressi” dice sorridendo. In questo breve ma intenso racconto si evincono alcune somiglianze con le NDE, il senso di pace, la gioia e la serenità di essere lì, l’assenza di tempo, la luce. Manca però una cosa sostanziale, che la stessa Dora non cita mai, ed è la presenza di altre figure umane in forma spirituale, la totale mancanza di altre presenze risulta evidente, – “ero sola”, – dice. Nel suo racconto è sola.
Considerazioni sull’aldilà basate sui racconti dei sopravvissuti
Questo è un aspetto molto interessante. Il fatto di essere totalmente sola però, non le ha creato nessun problema, né ha reso l’esperienza da lei vissuta meno intensa e piacevole. Interessante e coerente con altre testimonianze di persone in stato di coma. Non tutte infatti vedono le stesse cose e nello stesso modo, o meglio, come nelle NDE alcuni dettagli sono simili altri meno, ognuno vede o non vede persone, le storie raccontate sono simili ma sostanzialmente differiscono da persona a persona. Ora, posso fare solo delle supposizioni alla luce della mia esperienza, fatta di ricerca e ascolto, negli anni, e dai tanti racconti di cui, quasi ogni giorno veniamo a conoscenza e che riguardano questo tipo di argomenti. Devo necessariamente presumere, e mi sembra quantomai palese, che la dimensione spirituale sia subordinata alla situazione in cui si trova il corpo fisico e allo stato del corpo stesso, in questo caso il coma profondo. Cosa voglio dire?
Che lo spirito trova una sua collocazione al di fuori del corpo in una dimensione che è comunque spirituale, ma essendo ancora legata al corpo, perché le funzioni vitali non sono cessate, il legame che connette lo spirito al corpo, non gli permette di allontanarsene più di tanto, da qui l’ambientazione simil spirituale. Il luogo di per sé riproduce le sensazioni che si incontrerebbero in una vera e propria NDE dove effettivamente le persone sono morte per alcuni minuti, ma essendo in coma e con un corpo ancora funzionante la dimensione che le persone sperimentano non è evidentemente completa.
Ricapitolando, lo spirito di Dora è sempre stato presente a sé stesso, si è resa conto di essere nell’Oltre e cosa ancor più importante, che “la morte non esiste”, – parole sue -, lo afferma chiaramente. Il passaggio in un’altra dimensione di luce c’è stato, ma in una realtà a metà strada, una via di mezzo, un luogo di transizione se vogliamo, di attesa. Forse il luogo dove tutte le persone che cadono in coma vanno? Questo non è dato ancora a sapersi, almeno per ora facciamo solo supposizioni. La cosa straordinaria che Dora Moroni ribadisce più volte nelle interviste, è che la sensazione di pace e di serenità che provava le ha lasciato un vuoto dentro difficilmente colmabile in vita, e una volta tornata si sentiva confusa e un po’ arrabbiata per essere stata strappata a quel luogo dalle interminabili preghiere della mamma, instancabile presenza al suo capezzale. Tanto da spingerla ad asserire con estrema leggerezza (intesa in senso positivo) che non vede l’ora di ritornarci. Una storia veramente affascinante, che lascia aperti tantissimi punti interrogativi, tante domande che sarebbe interessante porre a Dora.
Per quanto mi riguarda, da una parte mi sento sollevato e mi fa ben sperare che anche le altre persone che sono in uno stato di coma, non soffrano quando si trovano ad affrontare quella determinata condizione fisica, tra virgolette ovviamente, e sempre stando a quanto raccontato da Dora, e alla luce della testimonianza che ne ha dato. Dall’altra, alquanto incuriosito ovviamente. Lascio a te le dovute considerazioni personali sulla storia di Dora Moroni che ti ho appena raccontato, che sicuramente non mancheranno, soprattutto se hai avuto esperienza diretta o indiretta su questo tema. Qualora volessi condividerle con gli altri, puoi lasciare la tua riflessione come commento sotto questo podcast, e se ti è piaciuto l’argomento, lascia un bel like, così facendo mi aiuterai a continuare questo mio progetto. Se vuoi approfondire puoi visitare il mio blog francopassarini.it. Per il momento è tutto, grazie per aver ascoltato fino a qui, e buona vita.
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